LETTERA APERTA DEGLI SCRITTORI BIELORUSSI

Noi scrittori bielorussi esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per l’evidente escalation di violenza perdurante nel nostro Paese negli ultimi cento giorni da parte delle strutture di potere e dei candidati al potere contro i cittadini che partecipano ad azioni pacifiche di protesta e solidarietà.

Negli ultimi quarant’anni non un solo Paese in Europa ha conosciuto una tale portata di fenomeni di repressione di massa. Durante questi cento giorni circa trentamila persone sono state arrestate, più di quattromila sono state ferite e otto sono morte. Nel nostro Paese vengono ignorati i diritti fondamentali dell’uomo. Nei confronti dei colpevoli di omicidio e lesioni non viene intrapresa alcuna azione legale. Gli arrestati vengono picchiati mentre hanno mani e piedi legati, una pratica abolita dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani, anche nei confronti dei criminali di guerra. Dalle bocche dei governanti è dato ordine diretto di espellere gli studenti dagli istituti di istruzione superiore e di licenziare coloro che non approvano la politica dello Stato. Si tratta di una chiara violazione dell’attuale Costituzione della Repubblica di Bielorussia.

L’escalation di violenza, la diffusione dell’impunità, la privazione dei diritti costituzionali fondamentali dei bielorussi stanno portando ad una profonda e duratura crisi nazionale in tutti gli ambiti della vita pubblica: bancarotta economica, isolamento internazionale, caduta della Bielorussia in fondo alla classifica dei Paesi civili.

Ci inchiniamo di fronte al coraggio e alla perseveranza del popolo bielorusso, esprimiamo la nostra compassione a tutti coloro che hanno sofferto e perso i propri cari, rivolgiamo una richiesta alle autorità, ai capi delle strutture statali, ai funzionari che hanno ancora la capacità di pensare con lucidità: finché non avrete ancora gettato il Paese nell’abisso della violenza e della crisi diffusa, fermate immediatamente la repressione di massa, accogliendo coloro che vogliono il cambiamento, riconoscete il vostro fallimento e sottomettetevi alla volontà del popolo!

17 novembre 2020

Seguono i nomi di 140 firmatari della lettera, fra cui:

Svjatlana Aleksievič, Ales’ Arkuš, Uladzimir Aljakseevič Arloŭ, Iryna Bahdanovič, Ljavon Baršėŭski, Al’herd Bacharėvič, Anton Franciszak Bryl, Vera Burlak, Andrėj Valer’evič Chadanovič, Iryna Michajlaŭna Chadarėnka, Kastuš Cvirka, Leanid Dranko-Majsiuk, Siarhiej Dubavec, Aljaksandr Iosifavič Fjaduta, Leanid Halubowicz, Jazėp Januškevič, Viktar Apanasavič Kaz’ko, Uladzimir Lankiewicz, Walžyna Mort, Tacciana Niadbaj, Uladzimir Prakopavič Njakljaeŭ, Sjarhej Prylucki, Viaczaslav Rahojsza, Usiewalad Scieburaka, Hanna Sewiaryniec, Kanstancin Sewiarynec, Michaš Skobla, Aleś Smalanczuk, Vincuk Rygoravič Vjačorka, Zmicer Visznioŭ, Ljavon Vol’ski, Wasil Zujonak, Viktar Žybul’

(traduz. dal polacco Serena Buti)